La neuroablazione e la neuromodulazione a radiofrequenza consiste nell’ inserire degli aghi in prossimità dei nervi sensitivi di un distretto anatomico. Una volta posizionati gli aghi vengono collegati ad un generatore di radiofrequenze che andranno a bloccare localmente la capacità del nervo di trasmettere il segnale doloroso.
La tecnica può essere eseguita in due modi:
- NEUROABLAZIONE (radiofrequenza lesiva): si riscalda l’area intorno alla punta dell’ago a 75-90°C per qualche secondo
- NEUROMODULAZIONE (radiofrequenza pulsata): si ottiene un’effetto elettrico sul nervo, non lesivo, ma efficace e duraturo.
Gli studi dimostrano una efficacia nel controllo del dolore compresa in media tra i 6 e i 9 mesi e in qualche caso addirittura superiore ad 1 anno.
La procedura, se correttamente eseguita, è ben tollerata e con pochi effetti avversi e può essere ripetuta una volta persa l’efficacia.
Una volta veniva eseguita solo sotto guida radiografica ma attualmente, sono sempre maggiori le sedi che possono essere eseguite in guida ecografica. Il maggior vantaggio della guida ecografica è nell’assenza di radiazioni ionizzanti e nella maggior rapidità della procedura.
Il trattamento è indicato nel dolore non responsivo alle cure standard e solo previo test preliminare.
Quali condizioni trattiamo con la radiofrequenza?
La radiofrequenza si utilizza per trattare il dolore cronico di varie origini. Alcune patologie sono:
- Sindrome delle faccette e lombalgia cronica
- Dolore da artrosi di ginocchio, spalla e anca
- Dolore da protesi di ginocchio
- Neuromi (ad es neuroma di Morton)
- Cefalea occipitale
- Neuropatie periferiche
- Sindrome del Tunnel carpale e tarsale