La biopsia delle ghiandole salivari minori è fondamentale nella diagnosi della Sindrome di Sjogren, specialmente nei casi in cui gli esami di laboratorio e strumentali non siano in grado di fare una diagnosi di certezza, soprattutto nella diagnosi differenziale con le forme di sindrome sicca secondarie ad altre patologie o come effetto secondario di alcune terapie. Sono infatti molti i farmaci e le sostanze chimiche che causano secchezza delle fauci o riduzione della produzione salivare, così come alcune terapie (ad es. terapia radiante etc) che possono causare una distruzione del tessuto ghiandolare.
Viene effettuata prelevando un piccolo campione di ghiandole salivari minori dal labbro inferiore interno. La biopsia delle ghiandole salivari minori, nonostante non causi in se per se dolore, viene eseguita previa anestesia locale. Generalmente l’incisione è di pochi millimetri e non necessita di punti di sutura.
Il materiale ghiandolare raccolto viene inviato per l’esame istologico dove viene valutato prevalentemente il tipo di infiltrato cellulare nelle ghiandole e l’integrità delle ghiandole stesse. Gli score istologici più utilizzati sono il Focus Score e lo score di Chisholm&Mason per la diagnosi di Sindrome di Sjogren.
Una volta svanito l’effetto dell’anestetico locale, si può provare una sensazione di dolore o bruciore soprattutto al pasto, che scompare nelle 12 ore successive.
L’unico reale rischio procedurale è l’eventuale reazione allergica all’anestetico. Il rischio infettivo è prossimo allo zero e sono sufficienti le normali regole di igiene.
Bibliografia
- , et al. Standardisation of labial salivary gland histopathology in clinical trials in primary Sjögren’s syndrome.
- Chisholm DM, Mason DK. Labial salivary gland biopsy in Sjögren’s disease. J Clin Path 1968; 21: 656-660.